Dopo che l’intero Belpaese s’è dovuto sorbire le atroci (quanto vergate con la ben nota arroganza) convocazioni, dell’ex (deo gratias) cittì Marcello Lippi, con conseguente e prevedibile Waterloo tricolore in quel di Sud Africa 2010- i 32 nomi indicati dal selezionatore Prandelli riportano almeno in parte la barca italica sulla giusta rotta.
Dubito fortemente che il giorno primo luglio si potranno ammirare ‘garrire al vento’ tricolori dai balconi patrii, ma una figura più dignitosa rispetto alla debacle lippiana ce la si può quantomeno aspettare.
Qui sotto riportata la pre-selecao azzurra. Solo 23 dei 32 virgulti chiamati all’appello avranno la fortuna di volare alla volta di Danzica, appezzamento storicamente soggetto a stravolgimenti e vicissitudini leggermente più impegnativi della tenzone italo ispanica che, per quanto ancora sappiamo, sarà circoscritta al rettangolo verde.
Portieri: Buffon (Juventus), De Sanctis (Napoli), Sirigu (Paris St. Germain), Viviano (Palermo).
Difensori: Abate (Milan), Astori (Cagliari), Balzaretti (Palermo), Barzagli (Juventus), Bocchetti (Rubin Kazan), Bonucci (Juventus), Chiellini (Juventus), Criscito (Zenit San Pietroburgo), Maggio (Napoli), Ogbonna (Torino), Ranocchia (Inter)
Centrocampisti: Cigarini (Atalanta), De Rossi (Roma), Diamanti (Bologna), Giaccherini (Juventus), Marchisio (Juventus), Montolivo (Fiorentina), Thiago Motta (Paris St. Germain), Nocerino (Milan), Pirlo (Juventus), Schelotto (Atalanta), Verratti (Pescara)
Attaccanti: Balotelli (Manchester City), Borini (Roma), Cassano (Milan), Destro (Siena), Di Natale (Udinese), Giovinco (Parma).
Facendo balzare l’occhio, anche rapidamente, sui 23 nostri connazionali presenti in Sud Africa che, ahiloro (e ahinoi) ebbero l’ingrato compito di rappresentarci pedestremente, almeno un terzo delle scelte mi sembrò assurda, un altro terzo non condivisibile tout-court.
Tenendo conto delle nostre (scarse) risorse in Ucraina & Polonia 2012, a giustificare alcune opzioni, si riuscirà forse a seguire le gesta dei Nostri senza attacchi di nausea o l’ausilio di boule d’acqua gelida sulla fronte.
Il simpatico divertissment, che una volta ogni due anni preannuncia l’estate più delle prime calure e dei malori degli ottuagenari, col quale mi cimenterò consiste nell’indossare i tricolori panni ‘ dell’etico papà’ Prandelli e diramare la lista definitiva per questi Europei, sulla falsariga di quella iniziale.
PORTIERI
Il posto da titolare non è in discussione. Se manterrà il livello di performance mostrato quest’anno con la sua Juventus, possiamo sentirci difesi da uno dei cinque migliori goalkeepers della competizione. Manderei a casa Sirigu, nonostante la buona stagione al Parc de Princes: inamovibile De Sanctis e troppo buona la scorsa stagione di Viviano, da miglior portiere europeo probabilmente, per non premiarlo con un posto nella compagine.
DIFENSORI
Iniziano le disarmonie con le scelte del c.t, seppur non definitive. Balzaretti, Barzagli, Chiellini e Maggio sono nomi già confermati e da confermare, sia secondo le mie vedute che secondo quelle ufficiali. Terrei di forza Ogbonna, in prospettiva con Chiellini il miglior centrale italiano in circolazione e muraglia del reparto arretrato granata.
Europeo anche per Abate, che temo venga, a torto, tagliato: Ignazio è da due anni il rossonero più continuo, indipendentemente dalla competizione. Lasciarlo in Italia consisterebbe in un reato.
La decisione che mi fa più stranire è la mancata selezione di tale Davide Santon, precocissimo fluidificante sinistro dal discreto passato nerazzurro e capace di ritagliarsi, a soli 20 anni, un posto fisso nei magpies ( Newcastle United F.C) alla corte di Pardew. Ambiguità del calcio.
Come ottavo difensore, se servisse, porterei Bonucci, scongiurando di doverlo utilizzare il meno possibile: nel finale di stagione è piuttosto migliorato ma la papera al momento decisivo è dietro l’angolo e il buon Leonardo è giocatore indicato a commettere simili prodezze. Via Astori (all’Europeo ASTORI?? No grazie).
La chiamata per i due ‘sovietici’ rientra nell’immensa gamma dei concetti che rendono il calcio il gioco maggiormente seguito e indecifrabile al mondo: non mi sono mai sembrati fenomeni (soprattutto Bocchetti) e militano nella Premier Ligue russa, campionato di livello inferiore al nostro. Abbiamo di meglio al di qua delle Alpi. Ranocchia paga la pessima annata in nerazzurro, ma il ragazzo ha talento; non mi stupirei di trovarlo titolare ai prossimi Mondiali.
CENTROCAMPISTI
Non si toccano Pirlo, De Rossi, Marchisio, Thiago Motta e Nocerino.
Se il calcio fosse giusto e totalmente scevro da spinte popolari e decisioni prese con un occhio indirizzato a stampa e Federazione, Verratti , talento adamantino ed intelligenza calcistica fuori dall’ordinario, sarebbe già in Polonia. Può agire sia da collante tra mediana e reparto difensivo in vece di Pirlo, che come (e qui sarebbe il sogno) trequartista. Partendo dalla panchina sarebbe il jolly che nessuno in Europa s’aspetta. E invece, la vita, la nazionale italiana e la voglia d’osare di Prandelli sono quelle che sono, quindi il gufetto tornerà nella sua Pescara.
Come settimo ed ultimo centrocampista porterei, contro il volere d’una nazionale intera Simone Pepe; Madre Natura non gli ha donato una classe sopraffina ma è una pedina ficcante quanto basta nella Juventus campione d’Italia, ha grinta, corsa ed ha mostrato prestazioni confortanti dal post-Mondiale 2010 dove invece fu impresentabile.
Si paga la solita, turpe tassa sull’obbligo della nazionale azzurra d’esser sempre un po’ ItalJuve con la scelta di Giaccherini (GIACCHERINI!!), uno scandalo sotto gli occhi di tutti sul quale non mi pronuncio oltre. A la maison. Taglierei senza pensarci troppo pure Cigarini, Diamanti e Schelotto, su tutti il bolognese: qualche lampo di gran classe offerto alle platee con troppa intermittenza. Se nella mia spedizione ideale potessi avere al mio fianco un ventiquattresimo uomo, quello sarebbe Riccardo Montolivo, dotato di ottima tecnica e buona visione di gioco. Purtroppo se ci fosse un indicatore di grinta, la sua , misurata, non supererebbe quella d’una beghina in chiesa alla domenica. Grande talento e discreto vice-Pirlo, ruolo nel quale piuttosto mi ci giocherei il già citato Verratti.
ATTACCANTI
Mr. ‘Why always me?’ Mario Balotelli, capace di giocate decisive e gesti tecnici d’altri tempi è il miglior azzurro, senza mezzi termini. Gli si perdonino le innumerevoli performances non propriamente calcistiche (dallo svagarsi lanciando petardi dal bagno di casa con conseguente incendio provocato, al tiro a bersaglio umano con pistola giocattolo in centro a Milano, passando per le numerose puntate negli strip-clubs albionici), gli Europei si giocano e vincono con classe, senso del rischio e qualche giocata estemporanea. Non necessitiamo di onesti gregari con tanta creanza e poco velluto nei piedi, di quelli abbondiamo già. Accanto a lui Giovinco da trequartista e Totò Di Natale come seconda punta sembrano e saranno i pari ruolo che tenteranno di creare palpitazioni alle retroguardie ispaniche, irlandesi e croate.
Aggregherei al gruppo dei partenti un’altra testa-matta dal talento cristallino: Antonio Cassano. Il gioiellino di Bari Vecchia s’è lasciato alle spalle ormai l’ampio portfolio di ‘cassanate’ e nel Milan di Allegri a svolto un ruolo da protagonista l’anno passato e da motivatore in questa stagione. L’attaccamento e la passione per il suo lavoro, chiarificatisi ulteriormente dopo che un ictus rischiava di precludergli carriera e vita, ci hanno consegnato un Cassano voglioso come non mai di calcare i campi e regalare perle rare al pubblico pagante. Perché non dargli una chance?
A completare il parco attaccanti non mi priverei, nonostante l’esiguo bottino di reti messe a segno con la maglia dell’Internazionale, di Giampaolo Pazzini; senso del goal, una grande capacità aerea ed una discreta esperienza le sue carte migliori: potrebbe risultare utilissimo ad Europeo in corso. Tra i due grandi delusi, lui e Matri, scelgo il ‘Pazzo’, in nome della sua maggiore esperienza a livello continentale e di un maggior ‘killer instinct’.
Da rivedere (e quindi per ora accantonare) Borini, talentino nostrano mandato in gioventù a ‘farsi le ossa’ nelle giovanili del Chelsea. Gavetta che gli è senz’ombra di dubbio stata proficua dato l’inizio campionato sbalorditivo. Poi s’è un po’ perso, tra la maretta dell’ambiente romanista e el projecto naufragato dell’ ‘uomo vero’ Luis Enrique. Ci fossero sette post per i bomber, la scelta ricadrebbe senza dubbio su di lui. Peccato.
Fosse per me rimarrebbe in Italia pure Destro. Il giovane attaccante è stato sì autore di dodici goal con i quali ha condotto il Siena a totalizzare un ammontare di punti record nella storia del club; gli Europei sono però altra cosa, ergo stesso discorso riguardante Borini.
Siccome non vedo nella nostra compagine talento, sagacia, né vincenti nati a sufficienza per arrivare in Polonia & Ucraina con ‘qualcosa da perdere’, tanto vale tentare di sorprendere la concorrenza portando con me uno degli artefici di quella meravigliosa cavalcata che ha visto il Pescara Calcio all’inverosimile traguardo della Serie A: Lorenzo Insigne. Classe ’92 ha portato per mano-assieme ai compagni di reparto Immobile e Sansovini e ad altri giovani atleti- il Delfino nel calcio che conta davvero, attirando su di sé e i compagni infiniti elogi ed encomi. Il Magnifico, il Messi dell’Adriatico, com’è stato soprannominato dai suoi fans estatici, di goal comuni alla pulce blaugrana nel biennio di grazia 2011-12 ne ha messi a segno molti. E reti del genere non si dimentica mica a farle, nemmeno salendo di categoria. Per eventuali conferme, citofonare Zdenek Zeman.
LA FORMAZIONE.
Le parole d’ordine: rischio e sperimentazione. Interpretandole sul piano non del modulo ma della mentalità e in fede a quell’assunto così inusitato nel calco del ‘gioca chi merita’, questo l’11 di partenza: Buffon a guardia dei pali, in centro alla difesa Chellini e Ogbonna, a sinistra Santon mentre a destra Abate. Tridente scontato a centrocampo: Pirlo, Marchisio, De Rossi. Rombo chiuso al vertice alto da Giovinco, che giocherà alle spalle del tandem Balotelli-Di Natale. A subentrare se i loro pari ruolo non dovessero essere all’altezza o se la partita ne necessitasse la presenza, Maggio, Thiago Motta e Insigne.
Felice di ricredermi una volta che le scelte reali porteranno a casa almeno una semifinale. Capirò finalmente perché sulla panchina azzurra siede Prandelli e non il sottoscritto o nessuno dei ’59 milioni di allenatori presenti in Italia’.
Che il gioco abbia inizio.